top of page

Into the depths

Sezione del "Fuoriregistro" dedicata al PCTO "Caretta caretta"
Avete mai visto dei piccoli esseri emergere dalla sabbia,
zampettare freneticamente verso il mare e sentirsi a proprio agio lì nell'acqua salata?
Questo è quello che fanno i nostri "supereroi" marini: le tartarughe.
Come si impara ad aiutare le tartarughe
È possibile passare due giorni
con le tartarughe marine...?

A partire dall'anno scolastico 2020-2021, noi ragazzi del Liceo Leonardo da Vinci abbiamo frequentato il percorso PCTO "Caretta caretta", in collaborazione con il Prof. Guido Gerosa e con la rete regionale TartaLazio.
Ce ne parla Jacopo, intervistato da Chiara:

Anche nel corso dell'anno scolastico 2021-2022, per raggiungere il nostro scopo, quello di partecipare alla preservazione della specie Caretta caretta, è stato necessario apprendere i diversi processi che regolano la vita delle tartarughe. Così, durante le prime lezioni, siamo andati alla scoperta della struttura fisica di una tartaruga: prima ci siamo occupati di classificarle all'interno delle specie, poi della loro evoluzione infine della loro anatomia. Nella seconda parte del percorso, abbiamo studiato più propriamente la loro vita in acqua e tutto ciò che ne comporta: "Come fanno a vivere sott'acqua se hanno i polmoni", "E se l'acqua è troppo fredda, che succede al corpo della tartaruga?", "Ma che colori vede una tartaruga?". Abbiamo trovato risposta a tutte le nostre domande. In conclusione, abbiamo analizzato la fase della riproduzione, composta da accoppiamento, creazione del nido e deposizione schiusa delle uova.

Siamo stati impegnati anche in un'uscita pratica ed informativa alle Dune di Sabaudia, in cui abbiamo svolto diverse attività inerenti al mondo delle tartarughe.

Chiara Angelotti 3D scientifico

Il 12 e il 13 dello scorso marzo la Rete TartaLazio della regione Lazio ha promosso un'attività di esperienza formativa all'interno del Parco nazionale del Circeo. Due giorni che esperti e appassionati hanno trascorso sulle spiagge di Sabaudia alla scoperta del complesso quanto stupefacente mondo della vita marina.
Nella giornata del 13 marzo abbiamo avuto la possibilità di prendere parte all'iniziativa in prima persona: così alle 8:30, radunati i partecipanti, ci siamo tuffati a capo fitto nel seminario.  

Per prima cosa abbiamo replicato sulla sabbia le tracce di un esemplare di Caretta, la tartaruga più comune nel Mediterraneo. È incredibile come, tracciando con mani e bastoncini di legno, siamo tornati tutti bambini e abbiamo risvegliato il nostro lato giocoso e infantile; proprio il gioco ha reso l'attività estremamente coinvolgente, ed è stato divertente anche notare come gli stessi adulti stessero adorando il rivivere la spensieratezza dell'infanzia attraverso un percorso di per sé informativo.

Abbiamo anche dato spazio alla nostra curiosità e ci siamo interessati ad intervistare i partecipanti e ricevere feedback riguardanti l'organizzazione degna di nota.

Successivamente, grazie al coordinatore della Rete TartaLazio (Dott. Luca Marini), abbiamo avuto l'opportunità di conoscere importanti dettagli anatomici sulla struttura delle tartarughe marine, come il fatto che  colonna vertebrale e costole siano fuse con il carapace oppure come utilizzino sistemi alternativi con i quali assorbono ossigeno e riescono a trascorrere lunghi periodi di apnea, strabiliante vero? Inoltre sapevate che esistono particolari norme di comportamento nel caso in cui dovessimo trovarne un esemplare in difficoltà sulla spiaggia? Beh esistono, bisogna mantenergli la pelle umida, in caso tenerlo all'ombra e avvertire un Centro di Recupero Tartarughe marine.
Poi ancora, grazie al corso PCTO tenutosi in Istituto, ci siamo allenati ad essere NOI i veri scienziati ed esperti. È stato avvincente scoprire come funzionino gli strumenti di misurazione ma anche come le tartarughe tornino periodicamente sempre nello stesso luogo per la nidificazione,  e come questa venga estremamente influenzata anche dalle maree. Parlando proprio di maree, è incredibile anche come il professor Gerosa sia stato capace di lasciarci tutti senza parole quando, grazie solo ad un'asta di legno e ad un laser, ci ha mostrato come calcolare l'altezza che la marea potrà raggiungere.
Insomma il team di TartaLazio riesce davvero ad entrare nel cuore e ad essere protagonista indiscusso nella diffusione di uno stupore generale del pubblico in materia di tartarughe. Infine consigliamo vivamente a chiunque, studente o lavoratore, di accostarsi al magnifico ed entusiasmante mondo marino.

 

Chiara Ciarlone 3D scientifico

Approdano le tartarughe a Fondi

Tra circa due mesi sulle spiagge di Capratica usciranno dalla sabbia ben 84 cuccioli di tartaruga Caretta Caretta.

Nella notte tra il 4 e il 5 luglio 2022 l’arenile fondano è stato scelto dalla tartaruga marina per la deposizione del nido.
Le tracce sono state notate dalla rete di volontari Tartalazio alle prime luci dell’alba e da quel momento è iniziata la verifica delle condizioni del nido da parte degli esperti, i quali hanno ritenuto necessario traslocare il nido di circa 10 metri verso la duna per metterlo al sicuro dalle mareggiate.
Nel punto dove è stato spostato sono stati inseriti gli appositi strumenti di misurazione dei dati al fine di monitorare costantemente le condizioni del nido.
Non ci resta altro che attendere…

Chiara Ciarlone 3D scientifico

NATE LE PICCOLE TARTARUGHE DI ANZIO!

Ad Anzio, vicino Roma, lo scorso 20 agosto sono nate le tartarughine del primo nido laziale di Caretta Caretta di questa stagione.


L'evento è avvenuto sulla spiaggia delle grotte di Nerone con l'aiuto degli esperti di TartaLazio, che hanno aiutato le tartarughine ad uscire dalla sabbia, probabilmente troppo compattata dalla forte pioggia del 16 agosto. Viste le condizioni del mare (purtroppo agitato) le tartarughe, dopo essere state misurate e aver percorso il corridoio verso il mare, sono state recuperate e portate in mare aperto con la motovedetta della Capitaneria di Porto di Anzio. I cuccioli nati sono stati 17, a fronte delle 55 uova deposte dalla mamma il 21 giugno. Le uova recuperate chiuse saranno analizzate e nel caso in cui venisse rilevata la presenza dell’embrione, saranno messe in incubatrice. Tra lo stupore e la gioia di un evento così emozionante, non ci resta che aspettare la prossima schiusa, quella del nido di Fondi, prevista per il prossimo 26 agosto.
 
Chiara Angelotti

bottom of page