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Introduzione alle Neuroscienze

31 gennaio 2022

L’articolo qui presentato è l’introduzione alle neuroscienze che sarà approfondita in seguito, prendendo in considerazione più ambiti. Ma cosa significa il termine “neuroscienze”? 

Letteralmente è definito come "scienza del neurone”, che spazia dagli studi biomedici a quelli fisico-ingegneristici e umanistico-filosofici. Si tratta, dunque,  di una disciplina ibrida che non ha limiti. La storia delle neuroscienze ha inizio nel XIX secolo, quando Camillo Golgi e Santiago Ramòn Cajal arrivano alla conclusione che i neuroni sono delle cellule a sé stanti che inviano impulsi elettrici alle cellule bersaglio senza alcun contatto tra di loro, dimostrando che l’attività mentale è strettamente connessa alla parte fisica del cervello. Inoltre, gli studi di fisiologia portano all’introduzione di un nuovo concetto, quello di sinapsi, definito come collegamento tra due neuroni diversi tramite impulso nervoso (elettrico), dando così origine al pensiero e all’idea. Infatti, molti neuroscienziati e filosofi hanno sostenuto che gli aspetti dell’animo e delle azioni umane dipendono dalla fisionomia del nostro cervello, gettando luce sul mondo dell’inconscio. Dalla seconda metà del Novecento, lo studio del neurone viene eseguito sulle analisi di cervelli post mortem, effettuando, quindi, la visione di questi ultimi nei vetrini. Lo sviluppo vero e proprio delle neuroscienze si ha nel corso degli anni Cinquanta-Sessanta, durante i quali le discipline ebbero come obiettivo quello di comprendere il passaggio dal neurone alla  formazione di sentimenti, emozioni, pensieri fino ad arrivare ai nostri comportamenti. La necessità di approfondire tale aspetto conduce gruppi di scienziati ad unirsi in una società internazionale che nacque nel 1969 a Washington D.C. con il nome di “Society for Neuroscience” (SfN). Lo statuto della SfN stabilisce cinque aree in cui è composta la conoscenza originata dalle neuroscienze: Molecolare, Cellulare, Sviluppo, Comportamento e Sistemi neurali. 

Il neuroscienziato diviene quella figura che indaga lo sviluppo, la maturazione e il mantenimento del sistema nervoso, la sua anatomia, il suo funzionamento, le connessioni esistenti tra le diverse aree cerebrali e i comportamenti manifestati. Tra le figure di neuroscienziati più importanti, è possibile citare innanzitutto Peter Milner che concentra il suo studio nell'individuare come fosse possibile stimolare singole zone neurali per osservare cosa sarebbe accaduto al livello comportamentale. Infatti, egli scoprì, mediante un esperimento in laboratorio effettuato sui topolini, ciò che viene definito “il circuito del piacere”. Egli stava cercando di individuare la zona cerebrale che regola lo stato di sonno, impiantando un elettrostimolatore all’interno del cervello dell’animale, collegato con una levetta esterna. Il fine era di indurre delle scariche intracerebrali al topo, nel momento in cui questo avesse premuto la levetta. Il topo continuava ad indursi autonomamente quella scarica. Tale stimolazione porta, dunque, a un risultato inaspettato: mentre cerca di individuare l’area del sonno, scopre, invece, quella dedita al piacere. 

Successivamente, tra il 1960 ed il 1970, Roger W. Sperry, premio Nobel per la medicina nel 1981, studiò la specializzazione delle aree cerebrali, attraverso l'osservazione di pazienti affetti da epilessia che avevano subito chirurgicamente la rescissione dei fasci di materia bianca, il corpo calloso che funge come collegamento tra i due emisferi. Dopo questa operazione, gli emisferi dei pazienti non comunicavano tra di loro: ciò era una cosa grave, in quanto il nostro sistema nervoso è organizzato in modo che gli impulsi sensoriali siano elaborati da entrambi nello stesso momento, secondo le rispettive competenze (em.Sx=elaborazione verbale-mano destra, em.Dx=elaborazione spaziale-mano sinistra). Ciò si osservò nel momento in cui i pazienti toccavano, senza vedere, un oggetto con la mano sinistra e non riuscivano a nominarlo pur riconoscendolo, poiché l'informazione era relegata all'interno dell'emisfero destro, che non possiede un'area interessata al linguaggio. 

Da qui in poi, i risultati di queste e delle successive osservazioni hanno favorito lo sviluppo sia della neurochirurgia sia delle neuroscienze comportamentali, da cui nasce la famosa distinzione tra cervello-destro-artistico e cervello-sinistro-razionale. Grazie alla divulgazione scientifica, la disciplina delle neuroscienze si è diffusa anche tra le persone comuni, a tal punto che la maggior parte di queste ne conosce almeno le nozioni basilari.


                                                                                             Giorgia Soverchia, Giulia Iannone

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