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IL CASO DJOKOVIC

Aggiornamento: 31 gen 2022

IL CASO DJOKOVIC



Nel corso del mese di gennaio, il "caso Djokovic" ha infiammato tutti i mass media sportivi, da giornali locali fino a quotidiani di maggiore rilievo. L’incombere di tutte queste news repentine e venute fuori ex abrupto ha lasciato molti di noi a non ben capire di cosa si tratti.


La questione è su Novak Djokovic, un tennista serbo, il numero uno al mondo da ormai una decina di anni, che avrebbe dovuto partecipare al famoso torneo Australian Open iniziato lunedì 17 gennaio 2022. Arrivato in aeroporto, gli agenti dell'immigrazione australiana hanno trovato delle incongruenze con la sua esenzione dal vaccino anti Covid-19; in attesa dell'espulsione dal Paese, il tennista serbo è stato trasferito in un centro di detenzione immigrati, il Park Hotel di Carlton.


Il 10 gennaio 2022, il team Djokovic ha presentato un ricorso per la revisione del caso, che è stato accettato dalle autorità australiane. Nelle successive investigazioni è stato dichiarato che il campione è risultato positivo al tampone molecolare tra il 16 e il 17 dicembre 2021; nonostante sapesse della sua positività, ha partecipato a un'intervista, infrangendo le regole della quarantena.


Lo sportivo è in stato di fermo presso il centro di detenzione e nelle investigazioni sono state trovate molteplici discrepanze: non si conosce ancora bene la verità sulla positività di Djokovic a dicembre e, in seguito, il tennista ha ammesso di aver fatto una falsa dichiarazione di viaggio per partecipare agli Australian Open. A causa di questo, insieme all'aver violato l'isolamento per Covid-19, Novak rischia la pena massima australiana per testimonianze e documenti falsi, che ammonta a cinque anni di carcere.


L'udienza decisiva è avvenuta sabato 15 gennaio 2022 alle 23:30, orario italiano, che ha prestabilito il ritorno del tennista a casa, ma la sua non partecipazione agli Australian Open.

Questo caso, oltre a essere fondamentale per lo sport, lo è anche per la campagna vaccinale del Paese; infatti, secondo il governo, l'importanza del giocatore potrebbe incoraggiare le lotte no-vax. Per questo, l'Australia chiedeva l'espulsione del tennista, in perfetta discordanza con i sondaggi fatti: gli Australiani, e non solo, volevano per il serbo l'abilitazione agli Australian Open 2022.


I manifestanti anti-vaccino si sono accampati fuori dalla Rod Laver Arena, dove hanno iniziato a cantare degli slogan per la liberazione dello sportivo. Oltre a loro, altri personaggi si sono fatti avanti, come l’ex deputato australiano Craig Kelly, che, andando contro il suo stesso partito, ha dichiarato che Djokovic è “un prigioniero del regime”, oppure come il suo ex allenatore, Niki Pilic, che critica fortemente le autorità australiane per aver trattato il caso con tanta irruenza e risonanza sociale, rendendo Novak un criminale. Altri ancora, come il suo rivale Nadal, hanno dichiarato che l’Australian Open si giocherà con o senza di lui.


E Djokovic sembra pensarla come lui, vi lasciamo con le sue dichiarazioni al termine dell’udienza: "Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti per il mio rimpatrio. Mi spiace che tutta l'attenzione sia stata su di me nelle ultime settimane, spero che adesso possiamo tutti concentrarci sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare il meglio ai giocatori, agli ufficiali, allo staff, ai volontari e ai tifosi.”


Marta Zappone

Giacomo Lombardo



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