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IL METAVERSO

Aggiornamento: 29 gen 2022

IL METAVERSO


Partiamo dall’etimologia della parola: "meta", ovvero all'interno, e "verso", abbreviazione di universo, quindi un universo parallelo.

Questo termine fu coniato da Neal Stephenson in "Snow Crash" (1992), libro di fantascienza cyberpunk, per descrivere una sorta di realtà virtuale condivisa tramite Internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Stephenson caratterizza il Metaverso come un'immensa sfera nera, sulla quale ogni persona può realizzare in 3D ciò che desidera; il tutto potenzialmente visitabile dagli utenti. La visione futuristica di Stephenson fu quella di un’evoluzione di Internet, interpretazione che nella realtà si è rivelata non precisa dal momento che si sta programmando il metaverso come un suo successore e non come un’evoluzione.

Tale concetto si è evoluto sino al giorno d’oggi, senza giungere ad una definizione precisa; tuttavia, la più accreditata, ad oggi, è data da Matthew Ball, autore di "Metaverse Primer", che dice: ”Il Metaverso è un network persistente di mondi 3D renderizzati in tempo reale e simulazioni che supportino la continuità di identità, oggetti, storia, pagamenti e diritti, il tutto fruibile contemporaneamente e in modo sincronizzato da un numero effettivamente illimitato di utenti, ognuno dei quali con un senso di presenza all’interno del mondo virtuale stesso”.

Tuttavia, ciò che rappresenterà il metaverso nel futuro è ancora un’incognita, poiché attualmente esistono solamente alcune sporadiche piattaforme, le quali sono ben lontane da quello che viene teorizzato dagli studiosi, perciò è lecito domandarsi: ‘’Come farà tale sistema a imporsi nelle nostre vite?’’.


La risposta pone le fondamenta nel mondo dei videogiochi, i quali rappresentano una vera anticamera del metaverso da cui quasi tutti sono intrigati. Si può continuare dicendo che colossi dell’hi-tech, come Facebook e Microsoft, stanno investendo sulla ricerca e sviluppo in questo settore. Per concludere è necessario annoverare le nuove possibilità che andrebbero a costituirsi in campo economico, come sta già accadendo nel mondo di Sandbox, ovvero una delle piattaforme di metaverso attualmente più diffuse, nella quale si utilizza Ethereum (una criptovaluta) per attuare delle compravendite.

Uno tra i primi a investire in questo campo è stato Mark Zuckerberg, il quale, negli ultimi tempi, ha manifestato pubblicamente tale interesse, cambiando il nome della società da ‘’Facebook’’ a “Meta’, in quanto il nominativo precedente faceva riferimento ad un solo prodotto; ma nella realtà ormai la società ha inglobato anche aziende, che si discostano dal social, come Oculus, la quale, ad esempio, produce i visori a realtà aumentata che permettono un'esperienza immersiva. L’obiettivo di Meta, è dar vita ad un insieme di spazi virtuali dove si potrà creare e esplorare con altre persone non presenti fisicamente.

Si avrà la possibilità di vedersi con gli amici, lavorare, giocare, imparare, creare e ovviamente fare acquisti, in un “mondo virtuale”. Ad esempio, piuttosto che programmare una riunione su Zoom, con dieci volti su uno schermo, ci si potrebbe trovare attorno ad un tavolo virtuale, in una stanza virtuale con i propri colleghi e i loro avatar, come se si fosse in presenza. Per raggiungere questo obbiettivo sarà necessario incrementare la produzione di NFT, “oggetti” virtuali non riproducibili, i quali rappresentano l’avatar del soggetto che li ha acquistati. La produzione e la vendita di questi all’interno del Metaverso crea così un’economia virtuale, in cui si possono guadagnare e spendere soldi.

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Mark Zuckerberg ha definito i tempi del progetto, che si aggirano intorno ai 10/15 anni; l’azienda al momento ha investito 150 milioni di dollari in ciò che definisce “apprendimento immersivo” per “allenare la prossima generazione di content creator”.

Microsoft ha, invece, obbiettivi molto più a breve termine di Meta: per questa ragione, a pochi giorni dall’annuncio di Mark Zuckerberg, durante l’evento Ignite 2021 di Microsoft, è stato presentato il suo prototipo di Metaverso in arrivo già nel 2022, mediante la piattaforma Microsoft Mesh per Teams, al quale si potrà accedere usando un visore per la realtà aumentata. Quest’ultima è stata ideata affinché fosse possibile agevolare lo smart working, mediante un cyberspazio, il quale consente alle persone di incontrarsi in ambienti virtuali facendosi rappresentare dal proprio avatar personalizzato, sia 2D che 3D, da qualsiasi dispositivo. Un’ultima funzionalità su cui la Microsoft sta lavorando è quella di un sistema di traduzione automatica, che permetta alle persone di interagire nel metaverso seppur queste parlino lingue diverse.

Le due aziende vogliono entrare nell’industria del metaverso, tuttavia le strade che stanno percorrendo sono diverse, in quanto Meta sta basando il suo intero progetto su una visione futuristica, che necessità di un piano di formazione e progettazione molto elaborato, mentre Microsoft è molto più rudimentale, poiché si evolve in funzione delle problematiche sociali cercando una soluzione a breve termine.


Considerando i grandi investimenti che le big dell’hi-tech stanno compiendo in questo settore, secondo voi, nel futuro, il metaverso riuscirà ad impattare nelle nostre vite?

Alice Scarpellino e Riccardo Rizzi



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