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"RASHOMON E ALTRI RACCONTI" DI RYNOSUKE AKUTAGAWA

Aggiornamento: 29 gen 2022

“Rashomon e altri racconti” di Ryunosuke Akutagawa


Anche il lettore più appassionato può perdere la concentrazione, quando legge, e non dovrebbe risultare difficile rispondere al perché questo succede. Sappiamo tutti che ci sono giorni in cui la nostra attenzione è al minimo pensabile e, purtroppo, a noi studenti capita più spesso di quanto non vorremmo.


Lo scambio e l’acquisizione di informazioni hanno inevitabilmente subito un cambiamento con l’avvento del ventunesimo secolo; pian piano ci stiamo abituando a non impiegare più di 60 secondi di tempo nel leggere o guardare qualcosa. Questa mancanza di concentrazione può spingere molto spesso a lasciare per mesi un libro non finito sulla mensola. E i primi ad essere abbandonati a loro stessi sono i “mattoni” dalle trame complicatissime.


Per questo oggi voglio invitarvi alla lettura di un libro leggero e adatto anche a chi non legge moltissimo.


Rashomon e altri racconti”, già da come prefigura il titolo, è un insieme di racconti che trattano temi diversi e ogni storia ha uno stile particolare, tutte con una nota satirica. A spingere ancora di più a leggere questo libro è lo scrittore stesso, vissuto in un'epoca piena di cambiamenti, caratterizzata anche da vari disagi: a livello personale non ha avuto una vita semplice, tanto da spingerlo a morire suicida, a 35 anni. Per quanto le sue storie siano simili a delle “favole”, Akutagawa, lo scrittore del libro, ha preso ispirazione dalla sua vita per descrivere le parti più drammatiche e cupe dei suoi racconti.


Un elemento chiave di alcuni dei suoi testi è la follia. Nel racconto “La rappresentazione dell’inferno” troviamo un pittore, che, in preda alla follia, tratta male tutti i suoi allievi, pur di creare un’opera d’arte magnifica che potesse rappresentare l’inferno alla perfezione (come ci suggerisce il titolo); ovviamente questo suo comportamento avrà delle conseguenze e le ripercussioni saranno anche piuttosto drammatiche, come quasi ogni racconto di Akutagawa.


Una storia non molto cruenta ma con qualche tratto malinconico è "La principessa di Roku Nomiya", dove l’autore parla dell’abbandono di se stessi e della cattiveria della realtà che ci circonda. Una piccola curiosità per gli appassionati di cinema: nel 1950 il regista Akira Kurosawa ha prodotto un film ispirato proprio ai primi due racconti di questo libro, "Rashomon"e "Nel bosco".


Per il momento, ho citato solo argomenti cupi e di una certa tristezza, ma non c’è da preoccuparsi perché Akutagawa, nonostante il suo pessimismo, ha parlato in alcuni dei suoi racconti di sogni, illusioni, desideri e di come sia importante averli per vivere una vita felice e andare avanti. Un altro racconto interessante contenuto in questo libro è "Il filo di ragnatela", che, a differenza di altri un po’ più macabri, impartisce una lezione anche ai bambini, che dovrebbero comportarsi bene ed essere gentili.


In conclusione, questo libro a modo suo è un rollercoaster di emozioni, che ci mostra una visione diversa della nostra vita.


Detto questo, buona lettura!


Capponi Giulia



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