"Strappare lungo i bordi" di Zerocalcare
31 gennaio 2022
Allerta spoiler (non leggere L'articolo se non hai ancora guardato "Strappare lungo i bordi”)
La serie animata italiana scritta e diretta da Zerocalcare, autore di famose graphic novel, è disponibile su Netflix in sei episodi di circa venti minuti ciascuno dal 17 novembre 2021. Strappare lungo i bordi analizza tematiche in cui milioni di ragazzi si ritrovano: in primo luogo quella sensazione di avere tutto il tempo del mondo, che sparisce quando, raggiunti i venti anni, scopri che non è così, che il tempo scorre, tu non te ne rendi conto e all’improvviso ti ritrovi a dover scegliere cosa fare della tua vita; quindi, la paura del cambiamento improvviso, di crescere e allontanarsi dal mondo che si è sempre conosciuto.
I personaggi, tanto quelli di fantasia quanto quelli di ispirazione autobiografica, sono carismatici e familiari per gli adolescenti, perché le loro parole, le situazioni e le emozioni che vivono sono simili, se non uguali, a quelle che ogni ragazza e ragazzo attraversa in quest’età. Spicca sicuramente l’armadillo, la coscienza di Zero, che è sempre pronto ad offrire un consiglio o parole di conforto:“Tanto se una cosa deve succede, succede. Tutta ‘sta fretta di fa succede le cose ce l’ha messa il capitalismo”.
Anche il personaggio di Sarah può essere d’ispirazione per molti: la sua determinazione nell’inseguire i propri sogni, nonostante le opinioni e il cinismo degli altri e anche alcune osservazioni razziste e maschiliste con cui si scontra, è un motivo in più per apprezzarla. Soprattutto, Sarah è la “stella polare” del protagonista, in ogni suo momento di sconforto sin dalle medie: è lei che gli insegna a ridimensionare delusioni e paure, per guardarle in faccia con più serenità:
“Ma non ti rendi conto di quant’è bello? Che non ti porti il peso del mondo sulle spalle, che sei soltanto un filo d’erba in un prato? Non ti senti più leggero?” (episodio 2)
Un altro problema che affligge soprattutto la nostra generazione è quello che in inglese viene chiamato “adulting”, ovvero la fatica di diventare adulti responsabili e non comportarsi più come ragazzini: tante volte, siamo spaventati dal cambiamento e pensiamo che sia impossibile crescere e sopravvivere nel mondo da soli. In particolare, dopo esserci rinchiusi in casa per gli scorsi due anni, conoscendo meno persone, uscendo raramente e con la paura di tornare a casa con un ospite indesiderato, questo tipo di disagio è persino più frequente e sofferto.
La realtà è che il tempo scorre, anche se noi non vogliamo e ci aggrappiamo con tutte le nostre forze a un mondo limitato e sicuro. Diventando adulti, le aspettative si rimodellano, le certezze crollano, e strappare lungo la linea tratteggiata non è mai sembrato così difficile.
Elemento importante della serie è Alice, che Zero conosce nelle prime puntate e di cui si innamorerà subito, tanto che penserà: “Erano passati solo tre secondi da quando c’eravamo
salutati... E io ero già innamorato”. Zero ci racconta della sua vita, in cui è facile rivedersi: la sua indecisione non gli lascia tregua: dalla scelta della pizza da prendere quando esce, al lavoro dei suoi sogni. Non sa qual è il suo obiettivo nella vita, né per cosa si stia preparando, così manda curriculum ovunque; e lo fa anche Alice, la cui situazione però, è ben diversa, come vedremo negli episodi successivi.
Infatti, tempo dopo vediamo come le cose sono cambiate: Zero finalmente ha una casa tutta sua e adesso fa il fumettista; Alice si è suicidata.
“Le persone so complesse: hanno lati che non conosci, hanno comportamenti mossi da ragioni intime e insondabili dall’esterno. Noi vediamo solo un pezzetto piccolissimo di quello che c’hanno dentro e fuori. E da soli non spostiamo quasi niente. Siamo fili d’erba, ti ricordi?”
Nell'ultimo episodio il protagonista e i suoi amici Sarah e Secco vanno al funerale di Alice. Zero continua a chiedersi perché Alice l'abbia fatto e proprio non se lo spiega. Sarah lo spinge a riflettere su come noi vediamo solo una piccola parte di una persona, solo quella che decide di mostrarci; e a sostegno di questa sua tesi, gli rivela che Alice ricambiava il suo amore, e lui non se n’era mai accorto, e che quella storia che tempo prima Zero aveva scritto per lei, lei la raccontava a sua volta a dei bambini con cui faceva volontariato.
La storia (Il principe degli sgambetti, anch’essa di spunto autobiografico) la sentiamo raccontare dalla voce della stessa Alice nell’episodio finale, al suo funerale, tramite una registrazione. Le parole di Sarah fanno riflettere: quante volte ci formiamo un’idea di come siano le persone e poi scopriamo in realtà che sono totalmente diverse? Quante volte non lasciamo intravedere le nostre paure? I nostri sentimenti? Quante volte abbiamo sciupato un'amicizia o un amore per non dire quella parolina in più? Quel gesto in più?
“E allora noi andavamo lenti perché pensavamo che la vita funzionasse così, che bastava strappare lungo i bordi, piano piano, seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere.”
La serie prende il nome dalla frase citata sopra, in cui Zero paragona la sua vita ad una linea tratteggiata su un foglio che si deve seguire senza mai uscire dai bordi: e lui proprio per non guardare se stesse sbagliando, continuava a “seguire” le tappe prestabilite dalla società, senza però porsi un obiettivo e continuando a strappare. In questo molti di noi si riconoscono: continuiamo a seguire questa linea senza guardarla, credendo che vada tutto bene ma non ci accorgiamo che, come dice Zero, per quanto quel foglietto lo teniamo con cura diventerà sempre una cartaccia.
La serie si chiude con Zero che finalmente butta nel fuoco quel foglio con i bordi tratteggiati da seguire. In sottofondo, nella registrazione di Alice, sentiamo un dialogo molto importante: appena finito di ascoltare la storia del Principe degli sgambetti, un bambino chiede alla ragazza tra quanto la cicatrice del protagonista del racconto andrà via, e lei risponde che non
lo farà.
“Alice, ma la cicatrice poi passa?”
“La cicatrice non passa, è come una medaglia che nessuno ti può portare via (...)” “Ma perché non passa?”
“Perché è una cicatrice. Se andava via con l’acqua era un trasferello.
È una cosa che fa paura, ma è anche una cosa bella, è la vita”.
Strappare lungo i bordi è la serie che un po’ tutti aspettavamo: è divertente, rispecchia la nostra adolescenza, ma è esasperata da un tragico finale, che gradualmente sta diventando preoccupante per il mondo di oggi. Non si tratta semplicemente di una serie animata riempita di contenuti superficiali: racconta argomenti sensibili, delicati, che spesso non vengono affrontati nella vita di tutti giorni perché non ancora socialmente accettati; tuttavia, la loro presenza sta diventando prominente in molti film e serie tv, portando all’attenzione del grande pubblico tematiche come l’importanza della salute mentale.
Chiara Morella
Marzia Palma