Le biblioteche pubbliche, in quanto case della cultura libera e accessibile a tutti, sono da decenni un emblema della democrazia. Chiunque, a prescindere dalla situazione economica, ha diritto alla conoscenza e ad istruirsi su ciò che più gli interessa. I libri sono considerati beni essenziali, in quanto strumenti primari di apprendimento, ricerca e conoscenza.
Tuttavia, anche il sistema bibliotecario è stato danneggiato dalla pandemia ed ora le biblioteche sul suolo nazionale faticano a rimanere aperte per periodi costanti e a permettere un prestito di libri, dvd, cd e riviste in sicurezza. Certo, le librerie sono ancora aperte, ma non è la stessa cosa in quanto non si tratta di un servizio gratuito.
La verità è che i libri servono a tutti: ai bambini alle prese con le prime letture, ai ragazzini che hanno bisogno di evadere e rifugiarsi in fantasie accoglienti, ai ragazzi assetati di conoscenza, agli adulti per rilassarsi dopo una giornata di lavoro e persino agli anziani per colmare le ore delle loro giornate e perché non è mai troppo tardi per imparare.
“Allora perché biblioteche chiuse e parrucchieri aperti?” si chiedono in molti.
I principali a lamentarsi sull’argomento sono stati gli studenti, in quanto alcuni di loro non sono in grado di acquistare i propri libri. C’è chi ha proposto di rendere accessibili i libri in maniera digitale, oppure la possibilità di prenotarli online per poi essere recapitati a casa, ma non sempre le proposte dei giovani sono state accolte.
Eppure, se si è trovato un modo per tenere aperti altri servizi, ci sarà pure un modo per permettere il prestito e la restituzioni dei libri che tuteli gli operatori e il pubblico nel rispetto delle regole fondamentali per impedire il contagio del Covid-19.
Ormai la digitalizzazione delle informazioni e il loro “immagazzinamento” nel web sembra a molti più che sufficiente come cultura, ma dimentichiamo che le fake news impediscono una formazione coerente e corretta, quindi purtroppo non è sufficiente come fonte di informazioni.
Anche la biblioteca Adriano Olivetti di Terracina è chiusa, da quasi un anno ormai, perché inaccessibile; è una sospensione momentanea del servizio, che non è l’unica in provincia (vedi la biblioteca di Latina Scalo, ad esempio) e che minaccia di diventare definitiva, come è accaduto nel limitrofo comune di San Felice Circeo, dove il servizio è interrotto da quasi dieci anni.
Concludo, però, con una speranza per la città della nostra scuola, in quanto è stato proposto un progetto di ristrutturazione. Nel periodo di ristrutturazione il patrimonio letterario è stato spostato presso il palazzo della Bonificazione Pontina, che diventerà temporaneamente una sede funzionante della biblioteca comunale. Inoltre sono stati concessi dei fondi per l’acquisto di nuovi libri.
Spero che il prima possibile chiunque potrà sedere comodamente nelle aule di lettura delle biblioteche per godersi un buon libro, per distrarsi dalla realtà o per costruirsene una migliore.
Miriana Leo
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